httpv://www.youtube.com/watch?v=LVyChLQqgZY
Del fatto che io personalmente, i pubblicitari, li userei al posto di quei pucciosi coniglietti bianchi negli esperimenti farmaceutici o, al limite, come buffoni di corte in qualche piccolo, medievale califfato irraggiungibile alla biasimevole protezione della Carta dei Diritti dell’Uomo, non ne ho mai fatto un gran mistero. Però pare che ne abbiano combinata qualcun’altra delle loro, i monelli: uno spot di calze, mutande, guepiere, o quel ciarpame del cazzo che è, con una versione in stile Giorgia dell’inno di Mameli. Da questo carosello (come a noi anziani piace chiamare i video pubblicitari) è prontamente scoppiata una ridda di ululati e vesti stracciate, come se fosse stata infangata la bandiera d’Italia, come se fosse arrivato un Feroce Saladino ad abbeverare il proprio cavallo nell’acqua del water di ogni italiano, fino ad arrivare a un quesito cruciale e drammatico: vilipendio dell’Inno nazionale?
Ora, non so cosa ne pensiate voi (e peraltro se affermassi che me ne strabatte qualcosa potreste a buon diritto accusarmi di spudorata ipocrisia), ma io mi sono sempre allineato al pensiero mainstream condiviso da buona parte del consorzio umano, secondo cui quello d’Italia è il più squallido inno della storia della Cristianità : credo che se si volesse stilare una classifica mondiale degli inni il nostro starebbe ben dietro quello del Gabon, che peraltro è suonato con uno strumento fatto di vipere morte, e sono sicuro che alcuni di voi si ricorderanno che anni fa era persino stato seriamente messo in discussione, arrivando a ipotizzare un appalto per farne scrivere uno nuovo (poi l’auto-candidatura di Jovanotti aveva suscitato uno sgomento collettivo tale che tutto quanto il progetto era stato precipitosamente accantonato, e buona lì, amici come prima).
Ma l’aspetto più sinistro dello spot (o del siparietto, come noi diversamente giovani ci ostiniamo a chiamarlo) è lo stile canoro da cantantucola, l’impronta sciampista-che-grazie-alla-benedizione-defilippi-da-regina-del-salone-di-bellezza-diviene-regina-del-soul. È veramente una cosa terribile. Cioè, per voi l’odierna voce dell’Italia al femminile è questa qui? Grazie tante, allora mi tengo Drupi che canta la fragranza di quelle allucinanti calze tubolari delle pornostar anni ‘80.
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Nonostante ami i gambaletti, concordo con te: questo spot fa pena.
io grazie al cielo non ho visto lo spot, non l’ho sentito e non ne ho intenzione alcuna, God save the Queen che mi protegge (in these regards)
pero’ voglio sapere dove si scarica il modulo per dichiarare ufficialmente che ti ano perche’ lo strumento di vipere morte e ricordare drupi mi hanno fatto sbellicare silenziosamente e piangere davanti allo schermo
(ma scusa eh, ma filippo neviani e la sua versione di golden ledi aiem lost uidaut iu)
Ti ano anch’ io.
Da non scordarsi l’inno versione gospel cantato da Elisa qualche anno fa, anche quello parecchio caccoloso. Però Gasparri lo definì “vergognoso”, quindi forse tanto male non era.
datemi un pubblicitario da suonare al posto delle vipere
ed io vi mostrerò una donna felice.
zio, come sempre sei un gradino (del seminterrato) sopra gli altri.
Imparai ad odiare il simpatico motivetto dal giorno in cui mi tagliarono i capelli, mi vestirono di verde e mi mandarono a pattugliare la frontiera nordorientale contro l’avanzata del temibile nemico comunista jugoslavo.
io propongo questo come nuovo inno italiano.
http://www.youtube.com/watch?v=BYO8Et7-4Mc
@smeriglia: TVB (no homo)
Tutti gli inni nazionali fanno schifo. Il concetto stesso di avere un inno nazionale per il proprio paese mi fa schifo. Per non dire poi di “uh signore che vergogna Cannavaro non canta l’inno nazionale”. Sfido io, cristo santo, a mettersi a cantare roba del genere davanti a tutte quelle persone.
si, ma l’inno russo spacca