Stamattina sono sceso in piazza per comprare un po’ di cocaina dalla Micaela.
Io non ne faccio uso (la dò ai piccioni per passare il pomeriggio) ma ultimamente sono un po’ preoccupato, per la Micaela: la crisi ha travolto anche il suo settore, e non la vedo più con quel suo sorriso dinamico e ottimista, quindi per darle una mano gliene compro sempre 100/150 grammi, così poi lei è contenta (anche i piccioni).
Ma il vero motivo per cui le sono così affezionato è che lei mi ricorda la mia ex-fidanzata, quella con cui mi ero messo in testa di avere tante cose in comune nonostante le nostre differenze sociali, con cui avevo fatto tutti quei progetti di andare a vivere insieme: dovevamo solo scegliere se andare a stare nel suo centro sociale o nella mia villa in Sardegna. Quella che un mese prima di fare il passo (avevamo optato ahimè per il suo centro sociale) mi ha telefonato che partiva in roulotte con la sua amica per andare a Madrid a vendere su un banchetto i loro manufatti. Non voglio neanche dirvi in cosa consistevano quei manufatti, posso solo assicurarvi che, come tutte le cose vendute da quei pittoreschi fricchettoni nei banchetti, facevano cagare.
Comunque io non ho mai provato una grande simpatia per il mito giovanile della fuga in paesi lontani, mi sembra un mito alimentato dalla presenza in famiglia di uno zio scemo che per fare l’amicone ti mostra tutti quei film di Salvatores. Avevo anche letto un bel post di Bucknasty che scherzava gli studenti fuoricorso che sognano di andare a Londra. Infatti credo che questa di Londra sia una cosa che si è molto diffusa negli ultimi tempi, ma io ho pensato non posso capire perchè sono stagionatello.
Poi ierisera mi telefona Paolino, da Londra. Paolino è un mio amico bassista, è simpatico e molto bravo e insomma è un ragazzo a posto. È a Londra perchè deve registrare per un certo progetto musicale conto terzi nientepopodimeno che negli studi di Abbey Road.
Fra una cosa e l’altra mi racconta che i Londinesi sono dei tizi molto caustici, un po’ come i nostri toscani, e che sono talmente esasperati da questo esercito di fannulloni italiani che ha completamente invaso la città sciamando dalle università di MilanoBolognaFirenze, che ormai tutti a Londra li chiamano con un soprannome, un gioco di parole che è volgare, ma così volgare, che -davvero- non posso pubblicarlo.
(postailo in origine su sviluppina)
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