Amarone’s amore no more

by Lo zio Giorgio on 9 ottobre 2009

Premetto: io penso che se un popolo, davanti anche solo al timidissimo, ipotetico paventare di mettere in pratica un disegno di legge come il Lodoalfano©, non si prende manco il disturbo di armarsi di bastoni, tizzoni, forconi per scendere in piazza a linciare, impiccare, garrotare e impalare, allora questo popolo si merita di essere oppresso, perseguitato dalle locuste, dalle tasse doganali o da altre orrende porcherie bibliche.
Per sempre.

Detto questo, la sera scorsa ho assaggiato il vino più buono della mia vita. È abbastanza facile trovarsi impreparati, quando qualcuno ti chiede a bruciapelo: qual’è il vino più buono che tu abbia mai bevuto? Almeno, io non ho mai saputo rispondere, intanto perchè quando qualcuno ti fa una domanda del genere vuol dire che di vino, nel corso della serata, ne ha già bevuto moltissimo.
Ed è una serata a cui evidentemente sto partecipando anch’io.
E poi perchè io ho una curiosa malformazione neurologica, a causa della quale se qualcuno mi dice il nome di un vino, dopo 10 secondi me lo sono giá dimenticato. Se anche fosse questione di vita o di morte, se uno psicopatico mi puntasse alla tempia una pistola minacciando di uccidermi se non so ripetere il nome di una certa bottiglia 1 minuto dopo averne visto l’etichetta, me lo dimenticherei lo stesso.
Mi succede solo con il vino (con la birra, la spremuta, la candeggina no). Non ho mai capito perchè.
Quindi me lo sono scritto. Avendone bevuto parecchio me lo sono scritto in un posto a pensarci bene piuttosto imbarazzante, che l’indomani ho faticato terribilmente a trovare, ma ora almeno ve lo posso dire: si tratta dell’Amarone di Allegrini (Valpolicella), annata 2004. Non costa pochissimo, va via sui 70 € alla bottiglia, ma posso assicurare che sono soldi spesi bene, specialmente se riuscite a trovare l’annata 2001, a sentire l’oste-della-malora. Provatelo, non ve ne pentirete. Anche perchè fa 15° e dopo il secondo bicchiere comincerete a vedere il mondo tutto in una tonalità di verde assai simile a 0 255 0 della scala RGB, e allora ogni cosa risulterà più chiara.
No, scherzo, è un’esperienza paradisiaca per il palato.

Comunque mentre bevevo pensavo alla effettivamente assai spiritosa battuta “la mia reazione alla bocciatura del lodo Alfano sarebbe molto articolata, ma contiene sicuramente le parole meu amigo charlie brown”, e se non fosse che mentre uno beve l’Amarone di Allegrini (Valpolicella) annata 2004 vede tutto in una tonalità di verde assai simile a 0 255 0 della scala RGB e il mondo gli sorride con un sorriso che sembra voler spaccare la faccia da un orecchio all’altro, mi sarei molto intristito.
Mi sarei molto intristito perchè non è possibile che siamo messi così alla canna del gas da esultare per una cosa del genere. Siamo talmente mitridatizzati dalle notizie schifose che un semplice atto di pietà istituzionale -ma che dico: timor di Dio– riempie il nostro cuore di giubilo e ci induce al trenino?
Allora ho fatto un voto, un cimento sovrumano, un voto terribile, ma l’ho fatto: io non berrò mai più l’Amarone di Allegrini (Valpolicella) annata 2004 fino a quando non avrò letto sul giornale che è successo qualcosa di bello. Qualcosa di veramente bello. Tipo che hanno scoperto un rimedio contro il cancro, ma no, mi accontenterei anche di un rimedio contro la calvizie. O un gesto generoso in prima pagina, o la semplice notizia di una gentilezza da parte di un pompiere verso una vecchina.
Io sono un inguaribile ottimista e aspetto fiducioso*

*(tanto di là ci ho 3 casse di Morellino).

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Luci ottobre 9, 2009 alle 10:02

Ai rimedi per la calvizie non gli va tanto bene ultimamente: ho sentito che Cesare Ragazzi sta per chiudere baracca. Dev’essere vittima della lobby dei venditori di parrucche tecnicolor.
Altra cosa: ho scoperto solo di recente che l’Amarone si chiama così. Per anni ho sempre capito si chiamasse “ARmarone” (vivo tra gente che pronuncia malissimo le parole oppure ho dei seri problemi di udito… vado a rimpinguare la mia scorta di cotton fioc).

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Woland ottobre 9, 2009 alle 11:27

Io ci leggo un tuo squallido tentativo autopsicologico di trovare una scusa per far invecchiare molto a lungo l’ amarone.

Che è il vino migliore che abbia bevuto anch’ io, finora, accostabile solo al Brunello di Montalcino del ’95 invecchiato in botti di Rovere che un pazzo furioso ci regalò anni fa (devi essere pazzo per regalare una cosa del genere, visto che la bottiglia magnum che ci regalò su Ebay partiva da base d’ asta 395 euro).

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boiazza ottobre 9, 2009 alle 11:46

Io ho avuto un’esperienza mistica simile, ma l’annata era 2003

http://boiazza.blogspot.com/2008/10/1143-4085.html

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smeriglia ottobre 9, 2009 alle 13:41

amarone della valpolicella classico 2004, corvina 80%, rondinella 15% e oseleta 5%. impenetrabile. naso con ampie note di fiori secchi, liquirizia, legno di cedro, rabarbaro, cacao e muschio. austero, è morbido, caldo, esuberante di tannino e acidità. 18 mesi in rovere. guarisce il cancro e fa ricresere i capelli.
prezzo: 48€

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Artemisio ottobre 9, 2009 alle 13:45

A me capita di provare sensazioni simili anche col chinotto neri.

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boiazza ottobre 9, 2009 alle 18:23

dio benedica il chinotto, quello fatto con tutti i crismi

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cliste ottobre 10, 2009 alle 09:20

o con la cedrata tassoni. l’unica fatta maltrattando cedri veri. almeno a mia insaputa.

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Lo zio Giorgio ottobre 11, 2009 alle 01:16

@Luci, Woland, boiazza, smeriglia, Artemisio, cliste: ma lo sapete però che sono passati 3 giorni e non l’ho ancora smaltito?
Porca miseria, alla faccia di quelli che il vino buono non ti pesa sul groppone…

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Artemisio ottobre 12, 2009 alle 11:09

Il mio rispetto e la mia stima per te crescono di pari passi al mio peso ed alla caduta dei miei capelli.

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Finleison ottobre 11, 2009 alle 16:08

L’incontro con un Recioto in una oscura cantina di un contadino della Valpolicella ha cambiato completamente il mio rapporto con il vino. L’immagine sovrastante riassume i caratteri del rapporto antecedente.

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